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martedì 2 marzo 2021

Involtini di verza con riso multicolore

 

Involtini di verza con riso colorato. Interno.

Innanzitutto, ho sbollentato le foglie intere della verza pochi minuti e steso su un canovaccio pulito.

Prima di cuocere il riso, ho preparato due pentolone d'acqua. In una ho frullato una manciata di spinacini freschi, poi scolati! 

Le verdure lasciano l'acqua verde, che a sua volta colorerà il riso.

In un secondo pentolino, ho aggiunto un cucchiaino di curcuma. 

Si può preparare anche un altro pentolino d'acqua con passata di pomodoro o succo di barbabietola, per rendere più divertente e colorata la portata.

Può essere una buona idea anche per un sushi vegan homemade.

Cuocere una tazzina di riso cadauno.

In un padellino, ho ripassato con un filo d'olio una brunoise di cipolla e alghe con un panetto di tofu affumicato a cubetti.

Una volta cotto, salato e raffreddato il riso, 

Comporre gli involtini con al centro una cucchiaiata di riso, un pezzetto di formaggio vegetale (io ho usato vivaverde), qualche cubetto di tofu e chiudere l'involtino ripiegando prima i lati verso l'interno, poi arrotolando!

Coprire il fondo di una teglia da forno con besciamella, disporre gli involtini, ricoprire con la besciamella, qualche pezzetto di formaggio e una spolverata di farina di mandorle e di farina di mais.

In forno a 200° un mezz'oretta. 

Servire caldi e filanti! 

Involtini di verza. Teglia. 


domenica 7 febbraio 2021

Il carciofo di Paestum


Foto dal web


Il tondo di Paestum, della varietà romanesco di Castellammare. Nostro conterraneo da secoli.

Già sotto i Borboni, nel 1800, abitava in quel di Evoli, per poi accrescere la sua posizione negli anni '20 del 1900, in seguito alle operazioni di bonifica della Piana del Sele.

L'indicazione geografica protetta è stata registrata nel 2004 e il marchio ne simboleggia il legame tutto il legame imprescindibile con la sua terra.

Si può ben notare, infatti, il tempio di Nettuno in quel degli scavi archeologici di Paestum. 

Pare che Caterina de’ Medici abbia avuto il merito di far conoscere ai francesi il carciofo e Luigi XIV li amava.

Cibo per le persone un po’ ”spinose” dal cuore tenero.

Come la bella ninfa Cynara dagli occhi verdi con le sfumature viola. Rifiutò il padre degli dei, che evidentemente in lei aveva visto qualcosa da amare. O si era semplicemente invaghito dei suoi capelli biondo cenere.

Risentito, Zeus la trasformò nella pianta che noi oggi tanto amiamo.

Speriamo tornino presto le sagre ad allietarci di sapori tradizionali! Come quella del carciofo a Gromola!