domenica 7 febbraio 2021

Il carciofo di Paestum


Foto dal web


Il tondo di Paestum, della varietà romanesco di Castellammare. Nostro conterraneo da secoli.

Già sotto i Borboni, nel 1800, abitava in quel di Evoli, per poi accrescere la sua posizione negli anni '20 del 1900, in seguito alle operazioni di bonifica della Piana del Sele.

L'indicazione geografica protetta è stata registrata nel 2004 e il marchio ne simboleggia il legame tutto il legame imprescindibile con la sua terra.

Si può ben notare, infatti, il tempio di Nettuno in quel degli scavi archeologici di Paestum. 

Pare che Caterina de’ Medici abbia avuto il merito di far conoscere ai francesi il carciofo e Luigi XIV li amava.

Cibo per le persone un po’ ”spinose” dal cuore tenero.

Come la bella ninfa Cynara dagli occhi verdi con le sfumature viola. Rifiutò il padre degli dei, che evidentemente in lei aveva visto qualcosa da amare. O si era semplicemente invaghito dei suoi capelli biondo cenere.

Risentito, Zeus la trasformò nella pianta che noi oggi tanto amiamo.

Speriamo tornino presto le sagre ad allietarci di sapori tradizionali! Come quella del carciofo a Gromola! 


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