lunedì 8 marzo 2021

Bignè Mimosa

Bignè di glutine di frumento con chantilly e zest di pompelmo


Buon lunedì e Buona Festa della donna!

L'8 marzo per me è una giornata da celebrare, non da festeggiare.

È sempre stato così!

Quindi oggi il mio pensiero va a tutte le donne che hanno segnato dei momenti importanti della mia vita! 

Innanzitutto le mie sorelle, la mia forza!

Le mie zie, le amiche, che un tempo venivano prima della famiglia! 

Le nostre ave, che hanno lottato perché noi potessimo vivere la vita che abbiamo e per tutte le donne nel mondo i cui diritti sono ancora negati!

Per quelle donne la cui identità non è rispettata ogni giorno dal "proprio uomo".

Questa giornata è solo per loro!

Per tutte le mamme a cui vengono strappati via i figli e il latte, per lo sporco guadagno di pochi!

Oggi il mio pensiero va a tutte loro!

Di ogni razza e specie!

Perché già parlando di razza e specie, abbiamo perso tutte le vittorie ottenute! 

A mia figlia, perché è già una donnina forte e decisa e spero di saperla accompagnare in questo mondo e nelle battaglie che di sicuro affronterà, se sarà un minimo come la mamma!

Intanto, non si perde mai occasione per sperimentare e quindi oggi, insieme ad un pó di pensieri e riflessioni, Vi propongo questi fantastici bignè proteici e alveolati con glutine di frumento.

Farciti con crema chantilly e polvere di pompelmo bio.

Buona festa della donna e buon inizio settimana! 🌷

125 gr acqua

50 gr burro di cacao

1 pizzico di sale

Portare ad ebollizione e unire in una sola volta 100 gr di farina.

Frullare con 150 gr di glutine di frumento

(Seitan crudo)

Con due cucchiai di latte di soia e 

1 cucchiaino di zucchero

Formare i bignè con la sac a poche sulla leccarda del forno.

In forno, 150° per dieci minuti

Altri 20 minuti a 175°

Forno statico.

Lasciar raffreddare nel forno spento.

Una volta che l'interno sarà asciutto, scavare leggermente i bignè e farcire con crema al limone 🍋

Sbriciolare sopra la pasta ricavata e una grattuggiata di buccia di pompelmo, per ottenere l'effetto "mimosa".

Vi riporto un mio vecchio articolo su una testata salernitana, con un pó di curiosità.

Il giorno della Festa della donna è occasione ormai centenaria per ricordare la nostra emancipazione. Le lotte per l’uguaglianza dei diritti, le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma per mantenere alta l’attenzione anche verso quelle donne sfruttate e discriminate ancora in tutte le parti del mondo.

L’8 Marzo è anniversario di molte iniziative in questo campo, ma non dell’incidente passato alla storia come simbolo della lotta femminista. L’incendio alla di dubbia esistenza fabbrica Cotton. In realtà, c’è stata una sorta di crasi storica. Il più grave incidente industriale della storia di New York fu in una fabbrica tessile sì, la Triangle, ma in realtà il 25 Marzo.

E anche se la maggioranza delle vittime fu di sesso femminile (123 donne e 23 uomini), si trattava più che altro di una minoranza etnica, di giovani immigrati italiani ed ebrei, sfruttati oltre l’orario di lavoro senza riserve.


E come mai è stata scelta proprio la mimosa per celebrare le donne in questo giorno?

L’unico albero fiorito prima della Primavera è proprio quello delle mimose. Con le sue sfere giallo vivo, morbide e profumate. Fu così che nell’immediato dopoguerra l’U.D.I. la scelse come simbolo di questa ricorrenza.


Il dolce tipico che tutte noi prepariamo per l’8 Marzo, da gustare con le amiche, o in famiglia, è proprio quello che ne porta il nome e ne sembra cosparso.

Femministe a Paestum

La Voce femminista nel Salernitano

Nel ’76, l’ultimo convegno femminista nazionale si tenne a Paestum. Da allora, il movimento delle donne ha continuato a diffondersi attraverso associazioni, case delle donne, centri antiviolenza, consultori, riviste…

Tante cose sono cambiate ma “le istanze del femminismo radicale sono vive e vegete. E sono da rimettere in gioco, soprattutto oggi, di fronte agli effetti di una crisi che sembra non avere una via d’uscita e a una politica sempre più subalterna all’economia”.

Questa una parte dell’invito al Convegno avuto proprio a Paestum più di recente. Trentasei anni dopo lo storico meeting nazionale. Accorse circa 600 donne da tutta Italia, per trattare argomenti purtroppo sempre attuali.


Tema centrale del 1976, ” Corpo e sessualità”.


Le donne volevano far capire che la differenza tra i sessi sta alla base della realizzazione personale, della giustizia sociale. Che le doti femminili sono una forza e non una debolezza. Capacità come l’ascolto, la mediazione, spiccata sensibilità, l’affettività.

Alle grida di ”Tremate, tremate, le streghe son tornate”, oppure ” L’utero è mio e me lo gestisco io”, le donne del ’76 tentarono una vera e propria rivoluzione. Volevano scuotere l’intera società, le coscienze di tutti. E ci riuscirono, evidentemente. 

E noi dobbiamo essere grate e fiere di questo nostro passato.


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